Mercoledì 5 febbraio dodicesima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare

Mercoledì 5 febbraio dodicesima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare


Azzerare lo spreco in cucina è possibile, la chiave è la pianificazione
Data: 5 febbraio

Si celebra la dodicesima edizione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare che rappresenta un momento cruciale per istituzioni, aziende e cittadini per riflettere sui progressi compiuti nella lotta allo spreco alimentare e sulle sfide ancora da affrontare. Ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera – dalla produzione alla distribuzione, dalla ristorazione alle abitudini quotidiane di consumo – è un obiettivo chiave dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Leggi tutto


Andrea Sironi

Giacomo

Andrea Sironi: i grandi trend e le sfide strategiche per il futuro


Questa intervista è stata raccolta a valle dell’incontro riservato a capi azienda dello scorso 23 gennaio 2025. Andrea Sironi, presidente dell’Università Bocconi ha risposto alle nostre domande evidenziando quali sono i trend più importanti che plasmeranno il nostro futuro e come questi trend costituiscano al tempo stesso una sfida complessa per l’impresa e per il Paese.

Quali sono i principali trend che plasmeranno il nostro futuro?
Ci sono alcuni macro-trend che considero certi. Il primo è quello demografico: entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà 10 miliardi, ma questa crescita sarà squilibrata, concentrandosi in pochi paesi in via di sviluppo, mentre in Europa stiamo assistendo a un declino delle nascite. Questo avrà impatti rilevanti sul mercato del lavoro, sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sulla disponibilità di giovani qualificati.
Un altro trend fondamentale è quello tecnologico, in particolare l’intelligenza artificiale. Anche se ci sono disparità negli investimenti tra Stati Uniti, Cina ed Europa, credo fermamente che l’IA porterà incrementi di produttività.
Infine, il cambiamento climatico rappresenta una sfida ineludibile. Collaborando con un grande gruppo assicurativo, vedo direttamente come gli eventi climatici estremi impattano i costi e la disponibilità di coperture assicurative. L’Europa sta facendo molto, ma dobbiamo accelerare ulteriormente.

Davanti a questo contesto, come possiamo prepararci a livello strategico?
La chiave è partire da trend consolidati, costruendo piani flessibili che possano adattarsi a un contesto in continua evoluzione. Questo è fondamentale anche per rispondere alle tensioni geopolitiche e ai cambiamenti economici, come l’inflazione e gli incrementi dei tassi di interesse che abbiamo visto recentemente. Serve però un maggiore impegno nel creare sistemi meritocratici e nell’attrarre talenti, magari attraverso politiche mirate di immigrazione qualificata.

Quali altre sfide vede per l’Europa e l’Italia e come affrontarle con successo?
La sostenibilità del debito pubblico e la crescita economica sono problemi pressanti. L’Italia sta beneficiando di una relativa stabilità politica, ma deve affrontare la fine degli stimoli economici, come il super bonus, e la fine prevista del PNRR l’anno prossimo. Un’altra sfida è la competitività energetica: nonostante i prezzi siano scesi rispetto ai picchi del 2021-22, restano superiori a quelli di altre aree geografiche, penalizzando le nostre imprese.
Serve una visione strategica di lungo termine e, soprattutto, un forte senso di responsabilità nei confronti delle future generazioni. È fondamentale costruire fiducia sociale e puntare sulla collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini. Solo così potremo affrontare le sfide demografiche, climatiche e tecnologiche con successo.


Epta

Epta

Epta è Global player indipendente e leader specializzato nella refrigerazione commerciale con una presenza globale in oltre 100 paesi e una forte vocazione all’innovazione e alla sostenibilità. Il gruppo sviluppa soluzioni tecnologiche avanzate per la conservazione e l’esposizione di prodotti alimentari e bevande, che garantiscono qualità, sicurezza ed efficienza energetica, e offre anche servizi di consulenza, progettazione, installazione e assistenza post-vendita, supportando i propri clienti in ogni fase del loro business. Nel 2023 il Gruppo ha registrato un fatturato pari a €1.4 milioni e può contare su oltre 8.000 persone nel mondo.


Lo spirito d'impresa

LO SPIRITO D’IMPRESA


Confronto sui valori aziendali delle imprese di successo
Percorso ISVI per i giovani – II edizione 2025

Scopri il programma e le modalità di adesione


23 gennaio 2025 - Incontro con il Prof. Andrea Sironi, Presidente Università Bocconi

23 gennaio 2025 - Incontro con il Prof. Andrea Sironi, Presidente Università Bocconi


Data: 23 gennaio
Orario: 17:00 -19:30
Ospite speciale: Andrea Sironi, Presidente Università Bocconi


"Conoscersi, dialogo con..."

"CONOSCERSI, DIALOGO CON..."


Data: 5 dicembre
Orario: 18:00 -19:00
Ospite speciale: Carlo Montalbetti, DG Comieco

Questa serie di incontri è dedicata a valorizzare le esperienze di imprenditori e manager, mettendo in luce il loro modo distintivo di fare #imprenditoria. Al centro dell’attenzione ci sono sia l’impresa, con le sue esigenze di competitività e redditività, sia le persone, con le rispettive esigenze individuali e famigliari.

Per partecipare all’evento e ricevere il link di accesso, è necessario iscriversi inviando una mail a isvi@isvi.org


Goppion

Goppion

Goppion è una società di ingegneria dedicata alla progettazione, costruzione, montaggio e installazione di vetrine per la conservazione e la presentazione del patrimonio culturale mondiale, fondata a Milano e attiva nella museum industry dal 1952. Una eccellenza del Made in Italy riconosciuta in tutto il mondo per la qualità degli allestimenti e l’attenzione verso la conservazione preventiva dei beni culturali. Da oltre settant’anni produce vetrine museali e allestimenti ad alta tecnologia per la conservazione preventiva dei beni culturali e del patrimonio dell’umanità, diventando la principale e più autorevole realtà di progettazione, ingegneria e manifattura al mondo. Sono di Goppion le vetrine che proteggono la Gioconda, il Cartone della Scuola di Atene di Raffaello, la Magna Carta, la Dichiarazione di Indipendenza americana, l’Urlo di Munch, fino al computer quantistico di IBM.


Franco Bernabè

Giacomo

"Siamo in trappola?" Franco Bernabè e la crisi del capitalismo democratico


Questa intervista è stata raccolta a valle dell’incontro riservato a capi azienda dello scorso 13 novembre 2024. L’intervento di Franco Bernabè ha preso avvio dal ripercorrere le tappe della propria carriera come manager di importanti aziende, fino a esprimere alcune considerazioni di politica estera, che si trovano approfondite nel suo libro «In trappola», che riporta un’ampia e articolata intervista del giornalista Paolo Pagliaro.

Dottor Bernabè, partiamo dal periodo storico che lei ha vissuto come protagonista. Come descriverebbe gli anni trascorsi alla guida dell’ENI?
Sono stati anni intensi e cruciali. Quando sono stato nominato amministratore delegato dell’ENI, la situazione era critica: l’azienda aveva debiti per oltre 30.000 miliardi di lire e mancavano persino le risorse per pagare gli stipendi. L’indicazione del governo era di smantellare tutto, ma io avevo un disegno diverso. Credevo fermamente che l’ENI potesse essere risanata, razionalizzata e resa indipendente dalle interferenze politiche attraverso la quotazione in Borsa. Questo percorso richiedeva un’enorme opera di razionalizzazione, vendita delle attività non strategiche e valorizzazione del core business. Non è stato facile, ma alla fine ci siamo riusciti e l’Eni nel 1995 è stata quotata al NYSE.

E per quanto riguarda il passaggio successivo a Telecom Italia?
La situazione era altrettanto difficile, se non peggiore. Telecom era stata privatizzata male, vittima di un’OPA ostile e caricata di debiti. Quando sono tornato a guidarla nel 2007, mi sono trovato davanti a una struttura patrimoniale insostenibile: 35 miliardi di goodwill, 35 miliardi di debiti e a fronte del patrimonio di solo 15 miliardi di attivo fisso. In sette anni ho ridotto in misura sostanziale sia i debiti che i costi. È stata una battaglia dura, ma necessaria.

Guardando al panorama internazionale, quali cambiamenti ritiene siano più significativi rispetto al passato?
Credo che il panorama globale sia entrato in una fase estremamente delicata. Dopo la caduta del Muro di Berlino e il crollo dell’Unione Sovietica, molti pensavano che si sarebbe diffusa universalmente una democrazia liberale accompagnata da un regime di libero mercato. Oggi, però, ci troviamo di fronte a una realtà ben diversa, prevalgono le spinte autocratiche: da un lato Xi Jinping, dall’altro Trump. L’autocrazia è cresciuta accanto al capitalismo, mentre l’Occidente sta perdendo coesione e leadership.

Quali sono le sue riflessioni sull’attuale ruolo dell’Europa?
L’Europa deve affrontare una sfida esistenziale. Dopo il fallimento del referendum costituzionale europeo, si è scelto di rabberciare il progetto con il Trattato di Lisbona, mantenendo un sistema di governance complicato e inefficiente. Questo ha impedito una vera integrazione federale. Inoltre, la crescita del sovranismo in molti Stati membri dimostra che non esiste un consenso verso un’ulteriore unione. Credo che l’unica via possibile sia quella di creare un nucleo ristretto di Paesi pronti a lavorare insieme in modo coeso e determinato.

Tornando agli Stati Uniti, come valuta l’impatto di Trump sulla politica interna ed estera?
Trump rappresenta una svolta storica per gli Stati Uniti e il mondo intero. La sua prima presidenza era mitigata da un Partito Repubblicano ancora forte, che gli aveva imposto figure di equilibrio. Oggi la situazione è diversa: il partito è ormai debole, e Trump ha nominato collaboratori totalmente appiattiti sulle sue posizioni. Questo elimina ogni forma di checks and balances, che sono stati il pilastro della democrazia americana per oltre due secoli.

Ha menzionato il ruolo di Elon Musk e delle big tech. Che posizione occupano in questo scenario?
Musk è un esempio perfetto di come il settore pubblico sia fondamentale per lo sviluppo tecnologico del sistema industriale americano. Nonostante Musk si presenti come paladino del libero mercato, le sue aziende, da SpaceX a Tesla, ricevono miliardi in finanziamenti e commesse pubbliche. Inoltre, con società come Palantir , Thiel, Musk, e altri imprenditori, stanno concentrando il potere tecnologico e militare, puntando a trasformare profondamente l’industria della difesa. Questo spostamento verso l’intelligence e le tecnologie satellitari potrebbe destabilizzare ulteriormente gli equilibri globali.

La destabilizzazione del sistema capitalistico ha però una gamba anche a est.
Tutto è cominciato con l’apertura operata da Clinton alla Cina. Un’apertura non certo dettata da pura generosità, ma dalla convinzione che esportando il sistema di mercato occidentale, avrebbe esportato assieme alla democrazia anche l’influenza degli Stati Uniti. Il tutto sotto la pressione di alcune lobby economiche che volevano aprire il mercato a est. La Cina è entrata nel WTO a pieno titolo senza dare mai le necessarie garanzie di rispetto dei diritti umani e sociali. Per molte imprese dell’epoca la Cina era la destinazione ideale per l’outsourcing, per esportare i problemi di inquinamento e raddoppiare i profitti. È stato un errore. La Cina non è stata ferma e oggi è competitiva non solo a livello di costi, ma anche di avanzamento tecnologico. L’Occidente si è marginalizzato con le sue stesse mani. E non è in grado, per il momento, di recuperare.

Quali sono le conseguenze di tutto questo per l’Europa?
L’Europa è in grave ritardo nel rispondere a queste sfide. Abbiamo assistito alla dipendenza della Germania dal gas russo, ai contratti vantaggiosi che i tedeschi stipulavano con Mosca, e alla mancanza di una politica estera comune. L’idea che 27 Stati possano agire come un blocco coeso è, purtroppo, irrealistica e infatti l’ascesa dei sovranismi in tutta Europa lo dimostra. Serve una reazione rapida, un pensiero out of the box per garantire la nostra sopravvivenza politica ed economica.

Cosa può fare l’Occidente per uscire da questa “trappola”?
La consapevolezza è il primo passo. L’Occidente ha ancora le risorse per reagire: abbiamo università, tecnologie, cultura e valori che hanno plasmato il mondo moderno. Tuttavia, è necessario un cambiamento radicale, non un miglioramento incrementale. Dobbiamo ripensare il nostro ruolo nel mondo, difendere la manifattura, rafforzare le nostre istituzioni e trovare una leadership capace di guidare un progetto nuovo. Senza questa presa di coscienza, rischiamo di diventare irrilevanti.


"Conoscersi, dialogo con..."

"CONOSCERSI, DIALOGO CON..."


Data: 28 novembre
Orario: 18:00 -19:00
Ospite speciale: Pierino Persico, Presidente Persico Group

Questa serie di incontri è dedicata a valorizzare le esperienze di imprenditori e manager, mettendo in luce il loro modo distintivo di fare #imprenditoria. Al centro dell’attenzione ci sono sia l’impresa, con le sue esigenze di competitività e redditività, sia le persone, con le rispettive esigenze individuali e famigliari.

Per partecipare all’evento e ricevere il link di accesso, è necessario iscriversi inviando una mail a isvi@isvi.org


Nuova Demi

Nuova Demi

Dal 1951 Nuova Demi, con le sue sabbie, ghiaie e calcestruzzo, ha contribuito allo sviluppo e al progresso dell’urbanistica bergamasca, crescendo notevolmente negli anni e raggiungendo traguardi prestigiosi in poco più di mezzo secolo. Il core business dell’azienda è l’attività estrattiva, i cui prodotti vengono utilizzati per realizzare calcestruzzi e misti cementati oltre a materiali inerti da costruzione e stabilizzati.
Al fine di migliorare la gestione della fase del fine vita, l’azienda si è impegnata a promuovere la diffusione di buone pratiche di riciclaggio e recupero per meglio sviluppare la catena del valore originata dal concetto di economia “circolare”, con una divisione dedicata ai prodotti ecosostenibili, frutto di un’attenta progettazione ed in grado di soddisfare le prestazioni ambientali di «ecocompatibilità» definite dalla normativa in vigore.
Tutelare l’ambiente e la biodiversità, ridurre le emissioni inquinanti, utilizzare energie prodotte da fonti rinnovabili, acquisire abitudini a basso impatto ambientale sono per Nuova Demi priorità imprescindibili. Nel 2022 l’azienda si è impegnata ad ottenere una dichiarazione ambientale di prodotto: l’EPD (Environmental Product Declaration), una certificazione volontaria che mette in evidenza le prestazioni ambientali di prodotto, processo e servizio per migliorarne la sostenibilità.
L’espansione si affianca alla ricerca di nuove iniziative e l’attività estrattiva trova naturale complemento nel recupero ambientale perché, solo chi ama profondamente il proprio lavoro e l’ambiente in cui si svolge, lo rispetta e intende restituirlo al suo equilibrio naturale.