Prof. Vittorio Coda

Parliamo con il Prof. Vittorio Coda


Prof. Coda, nel suo ultimo libro edito da Egea “Spirito d’Impresa – innescare e sostenere un fiorente dinamismo” lei già dal secondo capitolo dal titolo “Alla ricerca di una direzione di senso”, mette ben in chiaro un aspetto importante: come liberarsi dalle false credenze. Ritiene che queste false credenze danneggino ancora il fare impresa e i risultati del fare impresa? Sono così difficili da scardinare?

“Sono credenze tuttora molto diffuse che hanno radici nell’inconscio. Per scardinarle, il primo passaggio è di farle emergere e metterle in discussione. Ad esempio, la convinzione che lo scopo dell’impresa è il profitto non considera che il profitto è bensì un fondamentale obiettivo ma non lo scopo che impatta su come il profitto è prodotto e distribuito. Ora è proprio questo scopo che occorre portare a livello conscio e fare oggetto di scelta consapevole. Anche le altre credenze menzionate nel libro non mettono al centro dell’attenzione del management l’impresa come bene da gestire con lungimiranza per il bene di tutti gli stakeholder.”

Lei presiede il Comitato Scientifico di ISVI dal suo osservatorio privilegiato ritiene che l’Intelligenza Artificiale possa essere un fattore di crescita dello “spirito d’impresa” capace di innescare e sostenere un fiorente dinamismo?

“L’IA, come tutti i progressi tecnologici, possono essere usati nel bene o nel male, dipende da come in concreto essi sono recepiti nella struttura e nei processi gestionali. E questo, a sua volta, dipende dallo spirito in azione ovvero dallo scopo dell’impresa di fatto perseguito. Se lo scopo è di fare prosperare l’impresa nel rispetto e per il bene di tutti i suoi stakeholder, l’IA sarà fattore di sviluppo della stessa e di crescita delle persone; se invece è quello di produrre il massimo profitto possibile a beneficio alcuni attori forti, l’impatto dell’IA sarà ben differente.”

Oppure, secondo lei, potrebbe impedire all’imprenditore di vedere diverse sfumature come ad esempio la bellezza, di vivere i valori imprenditoriali sintetizzati nella Carta dei Valori di ISVI?

“Non vedo incompatibilità alcuna tra IA e carta dei valori di ISVI, sempre che la prima sia concepita per quello che è, intelligenza incorporata in macchine, e ci si guardi bene dal delegare alle “macchine intelligenti” decisioni che invece richiedono di essere prese secondo coscienza nell’esercizio del libero arbitrio proprio degli esseri umani.”